“Imperativo etico: agisci sempre in modo
da accrescere il numero delle possibilità di scelta”
Heinz von Foerster
In prossimità di Thanatos Eros aumenta la propria intensità.
Ogni volta che, per qualche motivo, ci affacciamo sulla possibilità di interruzione della vita, ogni volta che qualcosa minaccia la nostra sopravvivenza, ecco che, in risposta a questa pressione, nasce in noi ancora più forte il desiderio e la pulsione di vita.
Pensare in termini mitici è un modo per dare personalità a questi istinti, trattarli come vere e proprie persone che agiscono per noi o ci portano ad agire. Come ebbe a dire Freud: “La teoria degli istinti è, per così dire, la nostra mitologia. Gli istinti sono esseri mitici grandiosi nella loro indeterminatezza.”.
L’indeterminatezza degli istinti è ciò che ne permette una declinazione diversa da individuo a individuo. Per usare una metafora potremmo dire che ad ognuno di noi sono date in dote delle materie prime con delle specifiche caratteristiche ma senza una forma particolare. Ogni persona può attingere a queste sostanze e modellarle, a volte mischiandole, altre volte tenendole separate ma, sempre, dando loro una forma che è dettata dai propri gusti, dal proprio carattere e dalle proprie scelte.
Come ho spiegato nella prima parte di Eros e Thanatos (Cronaca 9) nell’uomo non esistono istinti senza Psiche. La psiche può modulare gli istinti imbrigliandoli, inibendoli, modificandoli, amplificandoli.
Freud vedeva la Pulsione di Vita/Eros e la Pulsione di Morte/Thanatos come due forze in qualche modo parallele, due fiumi energetici che scorrono nell’Es, il serbatoio degli istinti, di cui ognuno di noi è dotato.
Jung (e Hillman con lui) rappresentano queste forze in un modo più circolare; come se, data una certa intensità di Eros, fosse necessaria la comparsa di Thanatos e viceversa.
L’antica immagine dell’Uroboro, il serpente sacro che si mangia la coda, dà un’idea di questo processo: la pulsione di Vita/Morte procede uroboricamente come un serpente che nel suo muoversi su se stesso nasce, si nutre di sé, si digerisce, muore e si rifeconda per rinascere e… così via.
In ogni individuo Eros e Thanatos procedono intrecciati e l’uno completa l’altro. Non è data creazione senza distruzione, né è possibile il contrario.
Quando il filosofo e psicoanalista E.Fromm parla delle tendenze biofile o necrofile insite in ogni essere umano fa riferimento alla possibilità presente in ciascuno di noi di orientarsi in una direzione piuttosto che nell’altra. La Biofilia o la Necrofilia coesistono nell’uomo e né l’una né l’altra prendono completamente il sopravvento: non esiste un individuo totalmente biofilo che compie solo azioni orientate alla crescita, alla creatività e all’aumento di sopravvivenza, così come non c’è una persona totalmente dedita alla morte il cui solo scopo sia la distruzione o la reificazione (il rendere cose) di altri esseri viventi.
Sembra tuttavia che ci siano esseri umani che si orientano in una direzione piuttosto che nell’altra. Fromm, per semplificare, dà una definizione dei due estremi del continuum che va da necrofilia a biofilia. Dice che: “La persona necrofila è spinta dal desiderio di trasformare l’organico nell’inorganico, di accostarsi alla vita meccanicamente, come se tutte le persone viventi fossero cose. Tutti i processi viventi, i sentimenti e i pensieri vengono trasformati in cose. Il necrofilo può entrare in contatto con un oggetto – un fiore o una persona – solo se lo possiede; se perde uno dei suoi beni, perde il contatto col mondo… Egli ama il controllo, e nell’atto di controllare uccide la vita; ha profondamente paura della vita, perché per sua propria natura essa è disordinata e incontrollabile. La donna che a torto dichiara di essere la madre del bambino nella storia del giudizio di Salomone, è tipica di questa tendenza; essa vorrebbe avere un bambino morto, diviso esattamente, piuttosto che perderne uno vivo.”
Al contrario: “La persona che ama pienamente la vita è attratta dal processo di vita e di crescita in tutte le sfere. Preferisce costruire più che trattenere. E’ capace di stupirsi e preferisce qualcosa di nuovo alla sicurezza di trovare la conferma del vecchio. Ama l’avventura di vivere più che avere certezza. Il suo approccio alla vita è funzionale più che meccanico. Vede il tutto più che le sole parti, le strutture più che le sommatorie. Vuole plasmare e influenzare con l’amore, la ragione, l’esempio, non con la forza, separando le cose, amministrando burocraticamente le persone come fossero cose. Ama la vita e tutte le sue manifestazioni più della semplice eccitazione.” (E.Fromm “Psicoanalisi dell’amore Necrofilia e biofilia nell’uomo”)
Sono definizioni pure e quindi assolute, ma servono per dare un’idea degli estremi e per farci capire che, ad ognuno di noi, è data la possibilità di scegliere: possiamo decidere se essere più orientati alla vita ed impegnarci per aumentare le possibilità di libertà. Possiamo impegnarci per sognare e per spingere verso un mondo difficile in cui venga data importanza a ciò che le persone sentono, pensano e vogliono. O possiamo desiderare qualcosa di più semplice: una sorta di mondo meccanico in cui pochi padroni muovono molte pedine inerti che si limitano ad ubbidire agli ordini e a comportarsi come diligenti ingranaggi di una macchina che non capiscono e che non vogliono capire.
Necrofilia e Biofilia coesistono in tutti noi ed è innegabile che, nel mondo in cui viviamo, la spinta alla crescita e allo sviluppo si mischi continuamente con quella che promuove invece il controllo e l’imbalsamazione della vita. Proprio per questo è necessaria una profonda meditazione che, prima di una affrettata scelta di campo, sviluppi in noi la capacità di riconoscere, accettare, investigare e non-identificarci con entrambe le pulsioni (cfr R.A.I.N.: come ce la raccontiamo).
Infatti, se è vero che Eros e Thanatos si intrecciano continuamente nell’uomo, il tentativo di separarli chirurgicamente e di eliminare quindi una delle due tendenze, sarà comunque destinato a fallire. Questo gesto sarebbe, inoltre, in un certo senso, altamente necrofilo: qualcosa di simile al tentativo di rimuovere il male senza prima averlo capito, con il risultato di vederlo comparire, poco dopo, nelle vesti del nuovo ordine costituito: i buoni che finalmente hanno preso il potere.
Il rimedio: il farmaco che, se ben dosato, favorirà la tendenza alla vita contenendo e modulando la spinta all’ordine e al rigido controllo, ha come ingrediente base la consapevolezza del continuo gioco fra figura e sfondo di Eros e Thanatos. Quando uno dei due compare l’altro è in ombra, lì vicino. Comparirà molto presto con la sua forza contraria.
La nostra capacità di riconoscere questa forza è ciò che ci permetterà di applicare quell’Imperativo Etico che ho citato all’inizio di questo scritto.
Come disse Fromm: “Una condizione importante perché si sviluppi la biofilia è la libertà”.
Io credo che una buona definizione di libertà sia quella data da H. von Foester: “Vedere nella foresta dei vincoli gli alberi delle scelte”.